Commento
al Vangelo della XVII Domenica TO 2015 B (Gv
6,1-15)
La
moltiplicazione dei pani
Gesù
Cristo, insieme con i suoi discepoli, andò alla riva opposta del
mare
di Galilea,
cioè
del lago di Genesaret, chiamato pure di Tiberiade da una città
famosa per il commercio fatta edificare da Erode Antipa sulla riva
occidentale del lago, e chiamata da lui Tiberiade in onore
dell’imperatore romano Tiberio. L’evangelista omette di
raccontare una quantità di fatti ricordati dai Sinottici, per unire
il grandioso discorso di Gesù, vero Dio, che dona la vita, ai
miracoli e al discorso che dovevano mostrare come voleva dare la
vita.
Dal
discorso sulla sua divinità a questo passò circa un anno ma, nel
disegno dell’amore di Gesù, un anno non era sufficiente a
disgiungere le due grandi manifestazioni di luce, ed Egli, del resto,
non mancava di ricordare e ripetere, in ogni occasione, quello che
aveva detto, per radicare nel cuore dei suoi uditori le verità
fondamentali che dovevano dare o accrescere la loro fede. San
Giovanni avvicina i due discorsi precisamente per il nesso
divinamente logico che hanno.
Il
Redentore, dunque, si ritirò all’altra riva del lago – come dice
san Marco (6,31) –, per far riposare un po’ i suoi discepoli ma,
vistosi seguito da una gran turba per i miracoli che aveva fatti, si
appartò sul monte che sorgeva in quei pressi. L’affollamento era
grande, perché si avvicinava la Pasqua, e i pellegrini erano in
movimento per andare a Gerusalemme; qualcuno notò che Gesù si era
appartato, diede la notizia agli altri, e ben presto la moltitudine
lo raggiunse sulla spianata del monte. Con ogni probabilità, Gesù
Cristo ripeté al popolo le grandi parole che si riferivano alla sua
divinità, e il popolo pendeva dalle sue labbra, senza curarsi della
necessità che aveva di procurarsi del cibo e rifocillarsi.
Declinava
il giorno, e gli apostoli – come nota san Matteo (14,15) –,
furono essi per primi solleciti di dire al Signore che era necessario
licenziare le turbe prima che annottasse, affinché avessero potuto
comprare qualcosa da mangiare. Al loro richiamo, Gesù levò gli
occhi e, vedendo quella grande moltitudine, disse a Filippo: Dove
compreremo i pani per dar da mangiare a questa gente? Egli
sapeva bene quel che voleva fare, ma parlò così a Filippo per
provarne la fede, e per far meglio rimarcare al popolo circostante il
miracolo che voleva compiere. Filippo rispose che, anche a spendere
tutto il peculio che avevano valutato, duecento denari, cioè circa
156 lire non bastava a dare a ciascuno un piccolo pezzo di pane. Egli
voleva così persuadere Gesù che era urgente rimandare la turba.
Andrea,
però, cui balenò la possibilità di un miracolo da parte di Gesù,
soggiunse: C’è
qui un ragazzo che ha due pani d’orzo e due pesci, ma cos’è mai
questo per tanta gente? Evidentemente
gli apostoli stessi non avevano alcuna provvista, avendola forse
consumata sulla barca traghettando il lago. Gesù rispose al barlume
di fede che aveva Andrea, e ordinò che avessero fatto sedere a
gruppi la gente sull’erba che era molto folta in quel luogo. Gesù
Cristo volle così evitare la confusione nella distribuzione del cibo
e, avendo intenzione di darne in abbondanza, volle che la gente fosse
stata comodamente riposata, e avesse mangiato senza preoccuparsi
della stanchezza che doveva essere grande. Sedendosi a gruppi di
cinquanta e di cento – come dice san Marco (6,40) –, fu possibile
farne il computo: erano complessivamente cinquemila uomini, senza
contare le donne e i ragazzi, come nota san Matteo (14,21).
I
pani di farina d’orzo erano il cibo dei poveri, e i due pesci erano
fritti, come indica l’espressione del testo greco. Gesù li prese
nelle mani e tutti gli occhi si fermarono su di Lui. Pregò,
ringraziò Dio, e cominciò a fare la distribuzione per mezzo degli
apostoli.
Che cosa
disse nel rendere grazie?
Si
rivolse al Padre, e le sue mani onnipotenti furono più feconde della
terra che riceve la semente e la moltiplica; il pane nelle sue mani
cresceva, ed Egli lo spezzava e lo dava; lo stesso fece per i due
pesci, contemporaneamente al pane, di modo che ciascuno ebbe il pane
e il companatico in abbondanza e poté saziarsi.
Finito di
desinare, Gesù fece raccogliere gli avanzi perché non fossero
andati sciupati, potendosi dare ai poveri, e per far meglio
constatare il miracolo. Gli apostoli raccolsero così
dodici
canestri di pane avanzato. Di pesci non raccolsero nulla perché il
companatico si mangia più volentieri del pane.
Don Dolindo Ruotolo