Commento
al Vangelo della XV Domenica TO 2015 B (Mc
6,7-13)
La mission e dei dodici apostoli
Il
disprezzo che i Nazaretani avevano mostrato per Gesù fu forse una
delle ragioni per le quali Egli mandò i suoi apostoli in missione
nelle regioni circostanti. Nella sua infinita misericordia tolse
così, a quelli che l’avevano conosciuto fanciullo, il pretesto di
non credere alla buona novella, e inaugurò solennemente Egli stesso
quella missione di preparazione e di evangelizzazione che non doveva
interrompersi mai nella Chiesa, e che durerà fino alla consumazione
dei secoli. Li mandò in varie parti, a due a due, perché l’uno
fosse stato aiuto dell’altro, e volle che fossero stati abbandonati
interamente al Signore, senza avere preoccupazioni di prestigio
umano.
Conquistatori
di nuovo genere, essi avanzavano senza aver nulla per il viaggio,
eccetto un bastone per sostenersi, e i più rozzi sandali ai piedi
per custodirsi contro le pietre delle strade.
In
san Matteo è detto che non dovevano avere né
bastone né scarpe (10,10)
cioè che non dovevano portare sandali o bastoni di ricambio, e san
Marco dice subito delle tuniche,
dovendo portare il puro necessario al loro cammino, senza
preoccupazioni temporali.
Gesù
Cristo diede loro la potestà sugli spiriti immondi e di guarire i
malanni del corpo, ungendo con l’olio gl’infermi; essi dovevano
così annunciare e figurare i due grandi Sacramenti della
misericordia, quello della Penitenza che scaccia satana dall’anima,
e quello dell’Estrema Unzione che purifica l’anima e sana anche
le infermità della natura umana; di quest’ultimo Sacramento lo
dice espressamente il Concilio di Trento. Andavano avanti come
messaggeri del Re, con un mandato spirituale altissimo che non doveva
in nessun modo confondersi con un qualunque giro di propaganda;
perciò Gesù volle che si fossero fermati in una sola casa, senza
andare qua e là, o accettare inviti di convenienza, quasi fossero
andati a diporto.
Dovevano
annunciare la buona novella senza clamori, senza contese, senza
suscitare inutili reazioni; se la loro parola non fosse stata
accettata, dovevano solo mostrare la loro riprovazione per questo
atto di resistenza alla Parola di Dio, e declinare ogni
responsabilità, scuotendo
la polvere dei loro piedi,
cioè
mostrando,
con questo atto simbolico allora in uso, che essi non volevano
portare con loro neppure la polvere di quel paese che rifiutava la
misericordia e la grazia, e declinavano qualunque responsabilità
innanzi a Dio.
La
Chiesa ha raccolto l’eredità di Gesù Cristo, e manda i missionari
per tutta la terra con lo stesso programma di povertà e di umiltà.
Essi si distinguono nettamente da alcuni pretesi missionari del
protestantesimo e di tutte le sette, i quali vanno come stipendiati,
con tutta l’abbondanza delle ricchezze e delle comodità, e
spargono solo la zizzania dei loro errori. È un dato di fatto che
può constatare chiunque. Chi va in missione in nome di Dio, non ha
bisogno di prestigio umano e di mezzi materiali esuberanti: ha
bisogno solo di grande fiducia in Dio e di grande amore per la sua
divina gloria.
Chi
va… in missione con i grossi bagagli, con la servitù, con la
moglie e col portafoglio carico di sterline e di dollari non è
mandato da Gesù, perché Gesù non manda così i suoi apostoli. La
ricchezza di alcune delle dette missioni protestanti – che a tanti,
persino cattolici, sembra un segno di prosperità e non in contrasto
con la povertà delle missioni cattoliche –, è invece un segno
della loro falsità mercenaria. Dio non abbandona alla miseria le
missioni cattoliche, come potrebbe apparire, ma vuole che siano
affidate alla sua provvidenza e all’amoroso concorso dei suoi
figli.
La
ristrettezza dei mezzi finanziari è il segno di Dio: Senza
bisaccia, senza pane, senza denaro nella cintura,
calzati
di sandali, senza portare due tuniche. Il
Signore provvede i suoi missionari, ma in modo che essi non corrano
pericolo di mutare la missione in una azienda o in un affare
commerciale; le ristrettezze costringono a volgere gli occhi a Dio, e
portano la ricchezza dello spirito; spingono gli altri al soccorso, e
suscitano le ricche energie della carità.
È
un po’ penoso pensare, per esempio, che l’America stanzi un
miliardo per aiuto ai protestanti, e che tra i cattolici di tutto il
mondo non si raccolga neppure la metà o il quarto di questa somma;
ma i milioni protestanti sono il capitale di un’azienda, mentre i
milioni dei cattolici sono stille di carità e di sacrificio che
accendono fiamme di fede e d’amore.
Servo di Dio Don Dolindo Ruotolo
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