Commento al
Vangelo della XXIX Domenica TO 2016 C
(Lc
18,1-8)
Don
Dolindo Ruotolo
Pregare
con costanza e con umiltà
Avendo Gesù accennato, nel capitolo precedente, alle
tribolazioni degli ultimi tempi del mondo, esorta i suoi alla
preghiera continua, costante e quasi importuna, per ottenere la
misericordiosa giustizia di Dio contro le ingiustizie dei
persecutori. Negli ultimi tempi, infatti, sarà tanta l’iniquità
degli uomini e così generale l’apostasia che qualunque rimedio o
iniziativa umana sarà impossibile; rimarrà solo il grande mezzo
della preghiera, e Gesù esorta tutti a farne uso, raccontando una
parabola, nella quale caratterizza l’indole dei capi di Stato degli
ultimi tempi.
C’era un giudice in una città, il quale non temeva
Dio e non aveva riguardi per gli uomini. Era scettico, miscredente,
privo di ogni concetto di superiore giustizia e di conseguenza non
aveva alcun senso di rispetto o di carità per gli uomini. Questa
malvagia caratteristica noi la vediamo già nei capi atei o
miscredenti di tanti Stati moderni, i quali non conoscono la
giustizia ma il delitto o la sopraffazione.
C’era, in quella città, una vedova che aveva
ricevuto qualche grave torto o danno e, incapace di difendersi con le
sue forze, perché vedova, ricorse al giudice iniquo. Ma inutilmente,
perché egli non se ne curò e la disprezzò. Ella, però, non si
stancò di supplicarlo e si rese così importuna che il giudice,
annoiato, per non essere tormentato dalle sue insistenze, la
contentò.
Con questa parabola, Gesù fece un argomento dal meno
al più: se un giudice iniquo, al quale non importava nulla della
giustizia, finì per cedere alle insistenti preghiere della vedova,
Dio che è giustizia per essenza, non ascolterà la preghiera di chi
lo invoca giorno e notte contro le sopraffazioni degli empi?
La preghiera che può conquidere un
uomo scellerato con l’importunità non conquiderà l’infinita
bontà di Dio con l’amore? Egli ascolterà chi lo supplica, e non
sarà lento, ma prontamente renderà giustizia.
Gesù dà la ragione di questa sua esortazione e dice
chiaramente per quali tempi principalmente la fa, soggiungendo:
Quando il Figlio dell’uomo verrà, credete
voi che troverà fede sopra la terra?
Ecco i tempi nei quali sarà
più che mai urgente pregare. Verrà il Figlio dell’uomo in una
straordinaria effusione di grazie nella Chiesa e per la Chiesa, ma
troverà le anime senza fede ed estremamente rilassate; verrà negli
ultimi tempi per giudicare tutti, e apparirà glorioso quando
l’apostasia sarà quasi completa sulla terra; in questi tempi i
pochi fedeli superstiti, sbattuti da fierissime persecuzioni e
impossibilitati a difendersi, potranno trovare scampo solo in Dio, e
lo troveranno, pregando immediatamente.
Sono
vicini i tempi predetti da Gesù?
I tempi predetti da Gesù già si delineano in tante
nazioni, dove l’apostasia e l’ateismo fanno strage, e dove le
persecuzioni, manifeste o subdole, lasciano i fedeli senza aiuto e
senza difesa, in balìa degli uomini più perversi.
La situazione presente del mondo è tale
che non si vede quale possa esserne il rimedio efficace.
Alcuni sperano persino in una guerra
generale e lo auspicano, senza pensare che la guerra è un terribile
castigo che lascia sempre una scia di altri castighi spirituali e
materiali. Altri s’illudono di poter conquidere i despoti del
mondo, senza pensare che, avendo essi in mano la potenza brutale, non
si lasciano né convincere né conquidere. Ci può solo la preghiera
e per questo la Chiesa in questi tempi la intensifica e cerca
sgominare gli empi con questa sua potenza grandiosa che è quasi un
bombardamento dall’alto fatto sulle loro posizioni fortificate.
Chi sente parlare di preghiera quando incombe un
pericolo grave, quasi sogghigna, pensando ad un’ingenua illusione.
Si può dire, infatti che, inconsciamente, chi più chi meno, quasi
tutti hanno la convinzione dell’inefficacia della preghiera e la
credono un ripiego e una fanciullata nei momenti nei quali stimano
urgente l’agire e l’irrompere.
Questo stato interiore così falso deriva dal fatto che
ognuno conta al suo attivo parecchi insuccessi in ordine alla
preghiera; anzi, a volte, gl’insuccessi rivestono il carattere d’un
fallimento completo. Nessuno pensa di pregare male o addirittura di
non pregare, pur facendo molte orazioni; nessuno si umilia
sinceramente quando non è esaudito, o quando si presenta al Signore
per supplicarlo e, in realtà, può dirsi che rare volte noi
domandiamo veramente. Perciò Gesù, con una parabola, volle
rivelarci quale è l’atteggiamento dello spirito che rende
inefficace o efficace la preghiera. È una cosa importantissima che
bisogna ponderare, perché la preghiera ci è indispensabile più del
pane.
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