Commento al Vangelo
della XVII Domenica TO 2012 B (Gv 6,1-15)
Don
Dolindo Ruotolo
La moltiplicazione dei pani
Gesù Cristo, insieme con i suoi
discepoli, andò alla riva opposta del mare di Galilea, cioè del lago di
Genesaret, chiamato pure di Tiberiade da una città famosa per il commercio
fatta edificare da Erode Antipa sulla riva occidentale del lago, e chiamata da
lui Tiberiade in onore dell’imperatore romano Tiberio. L’evangelista omette di
raccontare una quantità di fatti ricordati dai Sinottici, per unire il
grandioso discorso di Gesù, vero Dio, che dona la vita, ai miracoli e al discorso
che dovevano mostrare come voleva dare la vita.
Dal
discorso sulla sua divinità a questo passò circa un anno ma, nel disegno
dell’amore di Gesù, un anno non era sufficiente a disgiungere le due grandi
manifestazioni di luce, ed Egli, del resto, non mancava di ricordare e ripetere,
in ogni occasione, quello che aveva detto, per radicare nel cuore dei suoi
uditori le verità fondamentali che dovevano dare o accrescere la loro fede. San
Giovanni avvicina i due discorsi precisamente per il nesso divinamente logico
che hanno.
Il
Redentore, dunque, si ritirò all’altra riva del lago – come dice san Marco
(6,31) –, per far riposare un po’ i suoi discepoli ma, vistosi seguito da una
gran turba per i miracoli che aveva fatti, si appartò sul monte che sorgeva in
quei pressi. L’affollamento era grande, perché si avvicinava la Pasqua, e i
pellegrini erano in movimento per andare a Gerusalemme; qualcuno notò che Gesù
si era appartato, diede la notizia agli altri, e ben presto la moltitudine lo
raggiunse sulla spianata del monte. Con ogni probabilità, Gesù Cristo ripeté al
popolo le grandi parole che si riferivano alla sua divinità, e il popolo
pendeva dalle sue labbra, senza curarsi della necessità che aveva di procurarsi
del cibo e rifocillarsi.
Declinava
il giorno, e gli apostoli – come nota san Matteo (14,15) –, furono essi per
primi solleciti di dire al Signore che era necessario licenziare le turbe prima
che annottasse, affinché avessero potuto comprare qualcosa da mangiare. Al loro
richiamo, Gesù levò gli occhi e, vedendo quella grande moltitudine, disse a Filippo:
Dove compreremo i pani per dar da mangiare a questa gente? Egli sapeva
bene quel che voleva fare, ma parlò così a Filippo per provarne la fede, e per
far meglio rimarcare al popolo circostante il miracolo che voleva compiere.
Filippo rispose che, anche a spendere tutto il peculio che avevano valutato,
duecento denari, cioè circa 156 lire non bastava a dare a ciascuno un piccolo
pezzo di pane. Egli voleva così persuadere Gesù che era urgente rimandare la turba.
Andrea,
però, cui balenò la possibilità di un miracolo da parte di Gesù, soggiunse: C’è
qui un ragazzo che ha due pani d’orzo e due pesci, ma cos’è mai questo per tanta
gente? Evidentemente gli apostoli stessi non avevano alcuna provvista,
avendola forse consumata sulla barca traghettando il lago. Gesù rispose al barlume
di fede che aveva Andrea, e ordinò che avessero fatto sedere a gruppi la gente
sull’erba che era molto folta in quel luogo. Gesù Cristo volle così evitare la
confusione nella distribuzione del cibo e, avendo intenzione di darne in
abbondanza, volle che la gente fosse stata comodamente riposata, e avesse
mangiato senza preoccuparsi della stanchezza che doveva essere grande.
Sedendosi a gruppi di cinquanta e di cento – come dice san Marco (6,40) –, fu
possibile farne il computo: erano complessivamente cinquemila uomini, senza
contare le donne e i ragazzi, come nota san Matteo (14,21).
I pani di farina d’orzo
erano il cibo dei poveri, e i due pesci erano fritti, come indica l’espressione
del testo greco. Gesù li prese nelle mani e tutti gli occhi si fermarono su di
Lui. Pregò, ringraziò Dio, e cominciò a fare la distribuzione per mezzo degli
apostoli.
Che
cosa disse nel rendere grazie?
Si rivolse al Padre, e le sue mani onnipotenti
furono più feconde della terra che riceve la semente e la moltiplica; il pane
nelle sue mani cresceva, ed Egli lo spezzava e lo dava; lo stesso fece per i
due pesci, contemporaneamente al pane, di modo che ciascuno ebbe il pane e il
companatico in abbondanza e poté saziarsi.
Finito di desinare, Gesù fece raccogliere gli avanzi perché
non fossero andati sciupati, potendosi dare ai poveri, e per far meglio
constatare il miracolo. Gli apostoli raccolsero così dodici canestri di
pane avanzato. Di pesci non raccolsero nulla perché il companatico si mangia
più volentieri del pane.
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