Commento al Vangelo
della XVI Domenica TO 2012 B (Mc
6,30-34)
Don
Dolindo Ruotolo
Gli apostoli
tornano dalla loro missione
Gli apostoli, ritornati dalla loro
missione, riferirono a Gesù quello che avevano fatto e insegnato. Lo zelo per
la salvezza delle anime li aveva vivificati, e il bene operato in nome del
Maestro aveva destato la loro fede. Non si lavora per le anime con vero spirito
d’amore e di zelo, senza sentirsene migliorati spiritualmente. Annunciare la
Parola di Dio con vera fede significa meditarla più profondamente, e vederla
germinare nel cuore altrui significa sperimentarne l’efficacia e sentirsi più
vicini al Signore. Si sente, dal contesto medesimo, che gli apostoli, ritornando
dalla missione, avevano più fiducia in Gesù Cristo, e che Gesù li guardava con
infinita tenerezza; è proprio quello che avviene ogni volta che l’anima zela la
gloria di Dio e la salvezza del prossimo.
Il Redentore,
sollecito come una mamma per i suoi cari, cercò subito di alleviare la loro
stanchezza, e li invitò a riposarsi in un luogo solitario, attraversando il
lago.
Egli volle, con
questo, benedire e consacrare il riposo che deve prendersi chi lavora per Dio,
e volle anche dimostrare che, dopo essere stati nell’attività, bisogna cercare
il riposo della solitudine e della preghiera per rifarsi nello spirito. Certo,
il Redentore non volle che riposassero solo per mangiare, ma anche e molto più
per nutrire l’anima.
È chiaro, dal
contesto, che gli apostoli non vennero soli, e che una gran folla li seguì per
andare a vedere Gesù Cristo, da loro annunciato; questa gente notò la direzione
che prendeva la barca, e accorse a piedi al luogo dove supponeva che gli
apostoli dovessero approdare, e li prevenne, giungendovi prima. Dovettero
avanzare a passo accelerato e, nell’ansia di trovarsi in tempo al luogo del
convegno, avanzarono alla rinfusa, con un certo disordine.
Non era
un pellegrinaggio: era una corsa fatta tra il vociare di tanta moltitudine e il
naturale brio che nasce in simili contingenze. Gesù Cristo, nello sbarcare,
vide quella gran folla e ne ebbe compassione proprio perché ammassata alla
rinfusa, come un gregge senza pastore; considerò, gemendo, l’abbandono nel
quale erano tenute tante anime da quelli che avrebbero dovuto curarle, e
cominciò ad ammaestrarle. L’istruzione, divinamente bella, le attraeva, facendo
dimenticare loro anche di mangiare; così passarono le ore, e cominciò a farsi
tardi.
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