Commento al Vangelo della XXIX Domenica TO 2013 C
(Lc 18,1-8)
Pregare con costanza e con umiltà
Avendo
Gesù accennato, nel capitolo precedente, alle tribolazioni degli ultimi tempi
del mondo, esorta i suoi alla preghiera continua, costante e quasi importuna,
per ottenere la misericordiosa giustizia di Dio contro le ingiustizie dei
persecutori. Negli ultimi tempi, infatti, sarà tanta l’iniquità degli uomini e
così generale l’apostasia che qualunque rimedio o iniziativa umana sarà impossibile;
rimarrà solo il grande mezzo della preghiera, e Gesù esorta tutti a farne uso,
raccontando una parabola, nella quale caratterizza l’indole dei capi di Stato
degli ultimi tempi.
C’era
un giudice in una città, il quale non temeva Dio e non aveva riguardi per gli
uomini. Era scettico, miscredente, privo di ogni concetto di superiore
giustizia e di conseguenza non aveva alcun senso di rispetto o di carità per
gli uomini. Questa malvagia caratteristica noi la vediamo già nei capi atei o
miscredenti di tanti Stati moderni, i quali non conoscono la giustizia ma il
delitto o la sopraffazione.
C’era,
in quella città, una vedova che aveva ricevuto qualche grave torto o danno e,
incapace di difendersi con le sue forze, perché vedova, ricorse al giudice
iniquo. Ma inutilmente, perché egli non se ne curò e la disprezzò. Ella, però,
non si stancò di supplicarlo e si rese così importuna che il giudice, annoiato,
per non essere tormentato dalle sue insistenze, la contentò.
Con
questa parabola, Gesù fece un argomento dal meno al più: se un giudice iniquo,
al quale non importava nulla della giustizia, finì per cedere alle insistenti
preghiere della vedova, Dio che è giustizia per essenza, non ascolterà la
preghiera di chi lo invoca giorno e notte contro le sopraffazioni degli empi?
La preghiera che può conquistare un uomo scellerato
con l’importunità non conquistare l’infinita
bontà di Dio con l’amore? Egli ascolterà chi lo supplica, e non sarà lento, ma
prontamente renderà giustizia.
Gesù
dà la ragione di questa sua esortazione e dice chiaramente per quali tempi
principalmente la fa, soggiungendo: Quando il Figlio dell’uomo verrà,
credete voi che troverà fede sopra la terra?
Ecco i tempi nei quali sarà più che mai
urgente pregare. Verrà il Figlio dell’uomo in una straordinaria effusione di
grazie nella Chiesa e per la
Chiesa , ma troverà le anime senza fede ed estremamente
rilassate; verrà negli ultimi tempi per giudicare tutti, e apparirà glorioso
quando l’apostasia sarà quasi completa sulla terra; in questi tempi i pochi
fedeli superstiti, sbattuti da fierissime persecuzioni e impossibilitati a
difendersi, potranno trovare scampo solo in Dio, e lo troveranno, pregando
immediatamente.
Sono vicini i
tempi predetti da Gesù?
I
tempi predetti da Gesù già si delineano in tante nazioni, dove l’apostasia e
l’ateismo fanno strage, e dove le persecuzioni, manifeste o subdole, lasciano i
fedeli senza aiuto e senza difesa, in balìa degli uomini più perversi.
La
situazione presente del mondo è tale che non si vede quale possa esserne il
rimedio efficace.
Alcuni
sperano persino in una guerra generale e lo auspicano, senza pensare che la
guerra è un terribile castigo che lascia sempre una scia di altri castighi
spirituali e materiali. Altri s’illudono di poter conquidere i despoti del
mondo, senza pensare che, avendo essi in mano la potenza brutale, non si
lasciano né convincere né conquidere. Ci può solo la preghiera e per questo la Chiesa in questi tempi la
intensifica e cerca sgominare gli empi con questa sua potenza grandiosa che è
quasi un bombardamento dall’alto fatto sulle loro posizioni fortificate.
Chi sente parlare di preghiera quando
incombe un pericolo grave, quasi sogghigna, pensando ad un’ingenua illusione.
Si può dire, infatti che, inconsciamente, chi più chi meno, quasi tutti hanno
la convinzione dell’inefficacia della preghiera e la credono un ripiego e una
fanciullata nei momenti nei quali stimano urgente l’agire e l’irrompere.
Questo
stato interiore così falso deriva dal fatto che ognuno conta al suo attivo
parecchi insuccessi in ordine alla preghiera; anzi, a volte, gl’insuccessi
rivestono il carattere d’un fallimento completo. Nessuno pensa di pregare male
o addirittura di non pregare, pur facendo molte orazioni; nessuno si umilia
sinceramente quando non è esaudito, o quando si presenta al Signore per
supplicarlo e, in realtà, può dirsi che rare volte noi domandiamo veramente.
Perciò Gesù, con una parabola, volle rivelarci quale è l’atteggiamento dello
spirito che rende inefficace o efficace la preghiera. È una cosa
importantissima che bisogna ponderare, perché la preghiera ci è indispensabile
più del pane. Servo di Dio Don Dolindo Ruotolo
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