Commento
al
Vangelo
della
XXIII
Domenica
TO
2014
A
(Mt
18,15-20)
La
correzione, la preghiera e la misericordia
Avendo
parlato dell’importanza di evitare gli scandali, Gesù parla della
necessità di eliminarli dalla sua Chiesa che è l’arca di salvezza
per tutte le anime, esortandoci alla correzione fraterna scambievole.
Se uno ha mancato
contro di te
– cioè se ha commesso un’azione che ti dispiace perché
scandalosa, offendendoti in ciò che ti dev’essere più caro di
qualunque tesoro, cioè la gloria di Dio –, tu va’ e riprendilo
fra te e lui
solo. Cerca cioè
di fargli capire il male che ha fatto, ed esortalo ad emendarsi.
Se
lo scandaloso non ascolta la correzione, è necessario fargli parlare
anche da altri, affinché l’autorità di una o più persone lo
convinca, come si fa in un giudizio legale. Se neppure così si
emenda, bisogna avvertirne l’autorità della Chiesa, affinché
provveda con le sue esortazioni o con le sue sanzioni. Se non ascolta
neppure la Chiesa, allora questa lo recide da se stessa, e lo
scandaloso dev’essere evitato come un pagano senza fede o come un
peccatore pericoloso per gli altri. Gesù ci avverte che ciò che
legherà la Chiesa sarà legato nel Cielo, e ciò che scioglierà
sarà sciolto nel Cielo, e quindi non è da prendersi alla leggera
una sentenza da essa pronunciata. Questo è l’estremo rimedio
contro gli scandalosi.
Ma
Gesù non vuole che si giunga a questo che in estrema necessità
perché si può vincere un’ostinata volontà con la preghiera in
comune e con la misericordia; per questo ci dice che la preghiera
ispirata dalla carità è ascoltata dal Cielo, e che Egli stesso,
Redentore delle anime, sta in
mezzo a
quelli che si uniscono nel suo Nome per salvarle. Gesù Cristo,
dicendo questo, parlava anche dell’efficacia di qualunque preghiera
fatta in comune, ma direttamente intendeva parlare della preghiera
fatta per gli scandalosi, volendo, con questo, insinuare maggiormente
la necessità di usare misericordia. Perciò san Pietro, come capo
già eletto della Chiesa, e come colui al quale dovevano far capo le
cause dei fedeli, accostatosi a Gesù gli domandò fino a quante
volte dovesse perdonare un peccato, e subito, credendo di proporre un
limite di generosità, domandò se doveva farlo fino a sette volte.
Ma Gesù gli disse: Fino
a settanta volte sette,
cioè quasi
senza confini, perché la misericordia usata verso i peccatori attrae
la misericordia di Dio verso la Chiesa e i suoi membri, avendo tutti
dei debiti più o meno gravi, innanzi al cospetto divino.
Don Dolindo Ruotolo
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