Commento
al Vangelo: I domenica di Quaresima 2015 (Mc
1,12-15)
Gesù
annuncia il regno di Dio
San Marco
sintetizza i discorsi di Gesù Cristo in poche parole: È
compiuto il tempo e
si
avvicina il regno di Dio; fate penitenza e
credete
al Vangelo.
Egli
mostrava che, secondo le profezie, era proprio quello il tempo nel
quale doveva venire il Messia, e che, quindi, si avvicinava il
regno di Dio, cioè
la glorificazione di Dio nel cuore degli uomini e sulla terra. Con
questo, risuscitava, nei cuori, la fede e la speranza nelle divine
promesse, il desiderio di una vita migliore, condizione
indispensabile per accogliere la grazia di Dio. Per questo
soggiungeva: Fate
penitenza, e
credete
al Vangelo. La
penitenza era il rinnovamento interiore, nel rammarico di aver
peccato, nel desiderio di riparare le proprie colpe, e
nell’imposizione e nell’accettazione, liberamente fatta, di opere
penose, in riparazione dei peccati.
La
penitenza era il nuovo orientamento dell’anima al Signore, nel
riconoscimento della divina Maestà, nell’umiliazione profonda al
suo cospetto, nel desiderio di amarlo con tutto il cuore e sopra
tutte le cose.
Lo
spirito di vera penitenza
Gesù
Cristo non predicava una penitenza esteriore, come quella dei
farisei, ma voleva che l’anima si pentisse, si umiliasse,
riparasse, e si presentasse al cospetto di Dio pura, fiduciosa, umile
e confidente, vivendo una vita nuova. La penitenza corporale, del
resto, non è tale se non in quanto produce o aiuta a produrre gli
atti interni. Un rigore tutto materiale è fachirismo, non è amore;
l’anima non punisce il corpo per mostrare in esso una forza di
resistenza fisica, ma per contenerlo nei limiti, e aprire libero il
varco allo spirito; non lo priva di un cibo per severità, ma perché
sia minore il frastuono dei sensi, non lo percuote per sadismo, ma
per scuotere attraverso la pena il torpore spirituale, e per unirsi
alla Passione di Gesù Cristo; non gli inibisce la comunicazione col
mondo per mancanza di gentilezza, ma proprio per non rendersi
scortese col suo Signore. La penitenza è purificazione, ordine,
disciplina dello spirito che produce nell’anima e nel medesimo
tratto esterno una soavità gentilissima, facendo, per così dire,
affiorare sul corpo stesso la luminosità interiore.
Era
questa la penitenza che Gesù predicava, e perciò non impose ai suoi
apostoli alcun rigore di vita, volendo che il loro cuore si formasse
a mano a mano e si orientasse a Dio in una vita totalmente nuova.
Egli esortava, pertanto, tutti a credere
al Vangelo,
cioè
a prestare attenzione alla sua predicazione, e metterla in pratica,
poiché, dalla sua parola, doveva venire l’indirizzo ad una vita
nuova, e i suoi insegnamenti dovevano demolire tutto quello che di
falso o di arbitrario gli scribi e i farisei avevano preteso
aggiungere alla divina Parola.
Padre Dolindo ruotolo
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