Commento
al Vangelo – XXX Domenica del TO 2015 B (Mc
10,46-52)
Il
cieco di Gerico
Gesù Cristo mostrò subito agli
apostoli quale doveva essere la natura della loro potestà e come
dovevano esercitarla. Stando nei pressi di Gerico, un cieco di nome
Bartimèo, sentendo che passava Gesù Nazareno, cominciò a gridare a
gran voce, implorando pietà. San Matteo dice che erano due ciechi, e
noi, a suo luogo, spiegammo la difficoltà che presenta questa
differenza nei due racconti. Nell’armonia del quadro evangelico,
quest’unico cieco che grida è l’immagine e la rappresentanza
dell’umanità addolorata che implora pietà dal Redentore, e che,
cieca, immiserita, impotente a salvarsi da sé, si rivolge a Colui
che può salvarla. Il popolo sgrida il cieco e vuol farlo tacere,
come il mondo cerca di tacitare, con la forza, il grido degli
afflitti, perché lo stima un fastidio. Le grandi civiltà non
riescono ad eliminare le afflizioni del popolo, ma lo fanno tacere
con le leggi repressive, acuendone l’esasperazione e le sofferenze.
Gesù Cristo, invece, va incontro ai miserabili, li chiama al suo
Cuore, li consola, e dona loro la misericordia e la pace. Anche in
questo, le vie del mondo sono essenzialmente diverse da quelle di
Dio.
Oggi le nazioni apostate,
accecate dagli errori, siedono lungo le vie della vita terrena e non
vedono nulla; sentono solo la loro miseria e cercano l’elemosina di
un sollievo. Ma chi può darlo loro? Da quanti anni il povero cieco
cercava l’elemosina senza che alcuno avesse potuto sollevarlo
veramente nella sua principale infelicità! Solo Gesù poté
risuscitargli la fede, chiamarlo a sé e guarirlo; solo gridando a
Gesù, Re universale, le povere nazioni apostate possono ritrovare la
fede, avvicinarsi al Redentore e riconquistare la vista dello Spirito
e, con la vista, la tranquillità e la pace.
L’umanità grida, oggi, tra gli
spasimi di una povertà morale mai conosciuta, perché è cieca!
Elemosina lungo la via e non ha alcuna speranza di risorgere;
elemosina il suo stentato sostentamento, ed è come abbandonata! Gesù
la chiama quando tutti, opprimendola con l’inganno, tentano di
strapparle il grido della preghiera e abbrutirla.
Essa deve ascoltare solo il suo
Redentore e gridare più forte, perché la voce della preghiera le
ottenga la grazia di una rinascita spirituale. Sta’
di buon animo –
dissero al cieco
quando Gesù lo chiamò –; alzati,
Egli ti chiama. E
quegli, gettato
via il mantello, balzò in piedi, e andò da Lui. L’umanità
sembra perduta, ma le si può dire veramente: Sta’
di buon animo; alzati, Egli ti chiama, perché
veramente il Signore chiama con i suoi flagelli. Essa deve gettare
via il mantello delle iniquità che la ricoprono; deve balzare in
piedi per un impeto di fede e deve andare da Gesù, con la ferma
fiducia di guarire.
Il
grido del mondo
Chi poteva considerarsi più
privo d’ogni speranza come il povero cieco? Quando la pupilla si è
spenta, nessuna forza umana può riattivarla. Eppure Gesù riaprì
quegli occhi e, riaprendoli, attrasse a sé quell’infelice che
lo seguì per la strada. Nessuna
speranza può considerarsi fallita quando si va da Gesù con vera
fede, perché Egli è onnipotente. Anche oggi lo stato del mondo non
è senza speranza, perché Iddio
ha fatto sanabili le nazioni; occorre
solo che esse, accecate dall’apostasia e ridotte in estrema
miseria, elevino il grido del loro cuore a Gesù, e vadano a Lui che
chiama, gettando via, con coraggio, quel manto di falsa civiltà e di
più falsa libertà che le ha ridotte nell’impossibilità di
vedere.
Ci lamentiamo di certi cataclismi
che succedono nel mondo, e ci sembrano inutili; eppure essi sono
permessi o voluti da Dio per strappare alle generazioni umane quel
manto di barbarie morale che si mostra come manto di civiltà e di
progresso.
È inutile illudersi: certe forme
di progresso sono spaventoso regresso; le grandi industrie, per
esempio, hanno portato nel mondo la grande miseria, e l’hanno
depravato fino all’idolatria della macchina e del lavoro, come è
avvenuto in Russia.
La vita moderna, con i suoi
complessi ingranaggi che sempre più si moltiplicano, rende
impossibile la vita dello spirito, abbrutisce gli operai, opprime,
toglie ogni libertà, rende nevrastenici e immorali, e questo non è
civiltà, ma barbarie.
Gettiamo via le pesanti
sovrastrutture che la stoltezza umana e l’insidia diabolica hanno
fatto sull’ordine della vita, e gridiamo a Gesù che ci viene
incontro nella sua misericordia: Signore
fa’ che vediamo.
Vediamo il Cielo attraverso le
nebbie della materia; vediamo Dio attraverso la creazione; vediamo
Gesù attraverso i veli eucaristici; vediamo le meraviglie della
Chiesa Cattolica e, con gli occhi aperti alla verità, seguiamo Gesù
nelle povere vie della nostra vita.
Don Dolindo Ruotolo
Nessun commento:
Posta un commento